Torna, dopo il primo lp e una serie di concerti, Noel Gallagher. L’ex chitarrista e leader degli Oasis darà alla stampe, per il 21 aprile, un nuovo ep, il cui titolo dovrebbe essere Songs from the great white north. L’occasione è quella del Record Store Day, la manifestazione che, ormai dal 2008, celebra l’arte della musica. Ideato dal produttore Chris Brown, l’evento verrà celebrato da una serie di nuove uscite speciali, concerti e meeting. Tornando a Noel Gallagher l’Ep, che sarà prodotto solo in vinile da 12 pollici, conterrà alcune recenti b-sides, oltre alla recente collaborazione con gli Amorphous Androgynous, Shoot a hole into the sun, che potrebbe far pensare a una futura svolta elettronica. Gli altri titoli sono The Good Rebel, Let The Lord Shine A Light On Me e I’d Pick You Everytime.
Anche gli Arctic Monkeys celebreranno il Record Store Day. Il gruppo capitanato da Alex Turner rilascerà, proprio il 21 aprile, il nuovo singolo – già passato in rete – R u mine?, coadiuvato dalla b-side inedita Electricity.
“Noi ci siamo stufati di stare in silenzio e non c’importa se per questo motivo perderemo delle occasioni: vogliamo rispetto e vogliamo essere trattati da persone e non come bestie”. E’ uno sfogo non da poco, quello pubblicato dai Colapesce, band siciliana abbastanza nota nel circuito indie nostrano, sul proprio profilo Facebook. Il gruppo capitanato da Lorenzo Urciullo ha denunciato le condizioni disastrose in cui si è venuto a trovare in occasione di un concerto a Battipaglia, in provincia di Salerno. C’è davvero di tutto nelle parole degli autori di Un meraviglioso declino. Dalle mancate comunicazioni, ad una sistemazione indecente, passando per una cena avariata. Una lettera che, oltre a raccontare un episodio, può servire a stimolare una riflessione. Perchè è così difficile fare musica in questo paese? Di certo, oltre alla poca affidabilità di alcune persone, a essere venuta meno è l’attenzione verso la cultura, di qualunque tipo questa sia. Solo così è possibile spiegare la mancanza di rispetto verso ragazzi che cercano, in tutti i modi, di promuovere il proprio lavoro. “[…] speriamo che questa lettera aperta dia coraggio anche a qualche altra band costretta, anche altrove, a suonare in situazioni inaccettabili. Ci piacerebbe – concludono i Colapesce – che da questo nostro sfogo potesse nascere una riflessione su cosa voglia dire fare musica in Italia ora come ora”.
Per chi volesse leggere la lettera integralmente, è possibile trovarla cliccando qui.
During the North American tour, while they are playing in Toronto, Canada, a man run on stage and shove Noel to the ground. The band leave the stage, but after five minutes, the show continue.
Tour comes to South America. On 3 May, Oasis play their fourth gig on Buenos Aires, Argentina. At the end of “Don’t Look Back In Anger”, Noel Gallagher get sentimental due the accompaniment of the public towards him. Before “I Am The Walrus”, people start to sing “Live Forever”
(this also happened in Lima), suggesting the brothers to play it. The
band doesn’t accept and then continue with the final song. After that,
Noel Gallagher says it was one of the best shows of his life.
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Oasis – I Am The Walrus (Live in Buenos Aires, Argentina, 03-05-2009)
Back to England, on 11 July 2009 with the rain pouring at Wembley Noel play the guitar
to Don’t Look Back in Anger and doesn’t sing a word and the whole crowd
sing it back to him, he gives the crowd a round of applause at the end of
the song.
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Oasis Don’t Look Back in Anger Wembley Stadium July 11 2009
20 August, The Spa, Bridlington, Yorkshire. The show is watched by under 3000
people, hosted in a very small venue. The gig is described
as “colossal” and “very Intimate” by a small number of fans, who are greeted by members of the band. Liam Gallagher, Gem Archer, Andy Bell,
Chris Sharrock and Jay Darlington sign autographs and
allow pictures to be taken with their fans, outside the venue bar
shortly after the gig.
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Oasis Live Forever Live Bridlington Spa Theatre 20/08/2009 720p HD
The V Festival slot at Weston Park, Stafford on 22 August 2009 is the last Oasis gig, because the band break up just before the show of 30 August, at the I-Day Festival in Milan.
Noel Gallagher is now on tour for promoting his solo debut album “Noel Gallagher’s High Flying Birds”. Same for Liam, who is the lead singer of Beady Eye, simply the Oasis without Noel Gallagher.
E’ prevista per aprile l’uscita dell’album di esordio per i MasCara, varesini attivi sulla scena musicale dal 2009. Il lavoro si intitolerà Tutti Usciamo di Casa e sarà una sorta di romanzo di formazione, un concept album sul passaggio dalla giovinezza all’età adulta. Per chi volesse iniziare ad ascoltarlo, l’album è disponibile in streaming qui, sul sito di Xl, il magazine di Repubblica. Al primo ascolto, il disco si presenta bene, confermando quanto di buono i MasCara avevano fatto intravedere con l’ep Amore e Filosofia. Le sonorità sono vicine al new wave e si rifanno ai primi Litfiba e ai Diaframma di Federico Fiumani. In attesa dell’uscita ufficiale, insomma, lo streaming è un buon modo per farsi una prima impressione. Positiva, per il momento.
Ci sono anche i Franz Ferdinand ad arricchire il cartellone dell’ “A Perfect Day Festival”, previsto per l’uno e il due settembre al Castello Scaligero di Villafranca, in provincia di Verona. La band scozzese, che ha confermato la partecipazione sul proprio sito web, sarà headliner della prima giornata. Alex Kapranos e soci si aggiungono ai Sigur Ros che, attesissimi al loro ritorno in Italia, saranno la ciliegina sulla torta il due settembre. Per ora, una line-up davvero interessante per un festival che, all’esordio, potrebbe già diventare uno dei più importanti dell’estate 2012.Per quanto riguarda i biglietti, c’è già la possibilità di acquistarli online cliccando qui.
La musica c’è, ma “bisogna essere affamati” e cercarla. Parola di Nicolò Carnesi, uno dei nuovi cantautori italiani più interessanti, autore dell’ottimo album d’esordio Gli eroi non escono il sabato. Il giovane songwriter siciliano si inserisce con grande disinvoltura all’interno della scena indie italiana, mostrando subito un’innata capacità di scrivere ottime melodie e testi suggestivi. Il disco è un lavoro gradevole, una sorta di ritratto di quelli che sono i tempi che stiamo vivendo. C’è una certa sfiducia verso il futuro (Il colpo), un tentativo di evasione verso luoghi lontani e forse più felici (Mi sono perso a Zanzibar) e una certa attenzione per le storie personali (Penelope spara e Levati su tutte). Ma c’è anche una buona padronanza musicale, testimoniata dalla virata dai toni new wave di Ho poca fantasia e dalle melodie, ricercate ma accesibili.
Ciao Nicolò, ho deciso, nel mio blog, di parlare di musica sociale, intendendo quella musica influenzata dal contesto e che, allo stesso tempo, può influenzare il contesto stesso. Mi sembra che, attualmente in Italia, siano in pochi a scrivere canzoni “al passo con i tempi”. Tu ti senti un cantautore “sociale”?
Non mi sento un cantautore sociale, detesto parlare di politica; certamente subisco anch’io le influenze del contesto in cui vivo, ma non ricerco la satira o la critica nelle mie canzoni. Quello che viene fuori è assolutamente estemporaneo, innescato da un certo disincanto nei confronti dell’ambiente sociale a me vicino. Il merito fondamentale dell’arte è quello di trascendere dai comuni problemi e far pensare ad altro e, anche se è possibile e probabile ritrovare dei riferimenti al suo interno, bisogna, a mio parere, non ostentare la cosa, soprattutto in un ‘epoca come la nostra.
Quanto la tua musica e le tue parole sono influenzate da quello che vivi quotidianamente?
Tantissimo, però filtro tutto quello che vivo. Cerco di bilanciare il vero con tutto ciò che è semplicemente frutto della mia mente. Conduco una vita abbastanza normale, sarebbe noioso se parlassi solo di quello che mi succede.
Mi sembra che la musica mainstream italiana sia prodotta in una sorta di mondo altro, lontano da quello che quotidianamente vive ognuno di noi. C’è un antidoto?
Bisogna avere fame, l’italiano medio ha assunto una personalità che mi ricorda quella di una pecora, non si cerca più il diverso, ci si fa imboccare dal pastore e ci si accontenta di quello che ci viene dato. Non c’è mica bisogno di fare i salti mortali, ormai grazie ad internet tutto è alla portata di tutti, basterebbe avere un minimo di curiosità.
C’è, al momento, una nuova scena di songwriters italiani? Penso a te, a Brunori, a Dente…
Ci siamo noi e ce ne sono tanti altri, basti pensare a Dimartino o Colapesce, entrambi miei conterranei. Invito sempre alla ricerca, bisogna non accontentarsi di quello che già si conosce e avere vogli di superare l’orizzonte.
Parliamo del tuo disco. Personalmente, lo sto consumando. Cosa ti ha spinto a scrivere queste canzoni?
La semplice voglia di farlo, questi pezzi sono dati nella mia stanza, senza alcuna pretesa, non sapevo dove sarebbero finiti, se sarebbero mai stati ascoltati: avevo il naturale bisogno di scriverli e l’ho fatto. Ora ovviamente sono molto contento che il disco stia uscendo dagli stretti confini della mia camera, ma spero di continuare a mantenere la stessa naturalezza nello scrivere.
Ne “Il colpo” mi sembra di vedere una certa sfiducia verso la nostra società. C’è da essere così pessimisti?
Di natura io sono parecchio pessimista: per farti capire, quando prendo un aereo sono sempre convito che dovrà cadere, ma nel momento in cui atterro sono felice il doppio degli altri nell’essere sano e salvo! Voglio dire insomma, che un pessimismo di fondo è utile se infine ci si è sbagliati. Spero tanto che un giorno una canzone come il colpo venga definita poco identificativa dei tempi.
E Penelope? Mi piacerebbe conoscere la sua storia.
Non amo molto parlare dei riferimenti personali delle mie canzoni, come dicevo qualche riga su, c’è una storia reale di fondo ma non è mai finita con uno sparo.
Com’è nata l’idea del duetto con Brunori?
Avevo voglia di raccontare questa canzone a due voci e, visto che si parla di viaggio e di ricerca, mi piaceva l’idea che lui interpretasse una parte di me cresciuta, un po’ logorata da questo fantomatico vagare senza fine. Sono convinto che Dario ci sia riuscito bene.
Jack White, uno dei più importanti protagonisti della scena musicale americana degli ultimi dieci anni, è tornato. L’ex leader dei White Stripes – band tra le più influenti dei tanto bistrattati anni ’00 – ha rilasciato un nuovo singolo e ha rivelato la data di uscita del suo primo album da solista. Il lavoro, che si chiamerà Blunderbluss, sarà rilasciato il prossimo 24 aprile e potrebbe rappresentare una svolta nella già variegata carriera del chitarrista americano. Il primo singolo estratto, Love Interruption, ha sonorità vicine al folk, un’evoluzione importante rispetto al sound dei migliori White Stripes. Il risultato, comunque, non perde la verve di sempre, come potete vedere nel video, registrato in occasione dell’ospitata al Saturday Night Live. Jack è tornato, questo è sicuro. Vedremo se riuscirà ancora a sorprenderci.
E’ un periodo florido per i nuovi cantautori italiani, che pian piano stanno emergendo all’interno della scena indie nostrana. Uno dei più importanti, Dario Brunori, leader del progetto Brunori Sas, ha annunciato per il 26 marzo l’uscita della sua nuova fatica discografica. Il lavoro, che si intitolerà E’ nata una star, farà da colonna sonora all’omonimo film di Lucio Pellegrini, tratto dal romanzo Not a star di Nick Hornby. Un’occasione importante, per il cantautore calabrese, di portare la sua musica fuori dal circuito underground, così da farsi conoscere anche al grande pubblico. L’Italia ha bisogno di gente come Brunori. Speriamo che, presto, tutti possano rendersene conto.
Viviamo in un mondo aperto, libero. Quantomeno in rete, a quanto pare, tutti hanno la possibilità di parlare, di informarsi e di informare. Una risorsa importante per chi, come me, aspira, un giorno, a diventare giornalista di mestiere. Ho scelto di parlare di musica, in un’accezione un po’ particolare. Mi spiego. Credo ancora che la musica possa cambiare qualcosa, possa non solo essere influenzata dal contesto di produzione, ma anche influenzarlo. Succede in Italia, seppur in realtà poco conosciute, ma succede in tante altre parti del mondo, nelle quali la musica, in particolare rock, significa tanto. Soprattutto per la mia generazione, quella della conoscenza sociale veicolata dalla rete. Ecco, vorrei provare a dare un contributo, per informare e per approfondire alcune realtà che di solito vengono dimenticate dai media mainstream. E per dimostrare che c’è di più, oltre le radio e le televisioni.